DARE I NUMERI L’accordo di Mirafiori e le motivazioni del voto – Fabbrica di Nichi Torino

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DARE I NUMERI – L’accordo di Mirafiori e le motivazioni del voto

a cura della Fabbrica di Nichi Torino

 

In sintesi i principali punti controversi dell’accordo evidenziati dalla Fiom sono:

 – L’accordo non impegna in maniera vincolante la FIAT all’investimento e ad un piano industriale definito.

– La Fiat costituisce una nuova società per Mirafiori, che non è più associata all’associazione degli imprenditori, non applica più il CCNL e instaura un nuovo contratto di lavoro solo aziendale.

– L’accordo prevede tempi e modelli di organizzazione del lavoro che riducono le pause previste dal CCNL, impone turni di lavoro più pesanti, garantisce alla FIAT 120 ore di straordinario (il CCNL ne prevede 40) senza bisogno di alcun consenso.

– L’accordo prevede il mancato pagamento di un giorno di lavoro, e successivamente di due, per coloro che si ammalano in prossimità di giornate festive in caso di assenteismo giudicato eccessivo (6% a luglio 2011, il 4% per cento a gennaio 2012, 3,5% dal 2013).

– E’ prevista una “clausola di responsabilità” che, di fatto, vieta gli scioperi e penalizza le Organizzazioni Sindacali che lo proclamano e provvedimenti disciplinari per i lavoratori che vi partecipano, fino alla possibilità del loro licenziamento.

– L’accordo annulla le Rappresentanze Sindacali Unitarie (elette da tutti i lavoratori) e consente solo la nomina di alcuni rappresentanti sindacali da parte delle sole organizzazioni firmatarie dell’intesa.

– Sono previsti corsi di formazione obbligatori non retribuiti per i lavoratori in cassa integrazione straordinaria. I lavoratori che non parteciperanno ai corsi sono soggetti a provvedimenti disciplinari.

Per consultare più in dettaglio i punti controversi dell’accordo secondo la Fiom si veda:

http://www.fiom.cgil.it/auto/fiat/mirafiori/10_12_23-commento_accordo.pdf

Il testo completo dall’accordo si trova al seguente link:

http://www.fiom.cgil.it/auto/fiat/mirafiori/10_12_23-mirafiori.pdf

 

Oltre ai punti contestati dalla Fiom riteniamo opportuno evidenziare che il punto 10 dell’accordo di Mirafiori prevede che, in caso di nuove assunzioni, i “fabbisogni di organico saranno soddisfatti con il ricorso a contratti di lavoro somministrato, contratti a termine e apprendistato professionalizzante”. Dunque le eventuali nuove assunzioni avverranno solo con contratti atipici. Riteniamo che questo sia un aspetto di particolare gravità, che implica in prospettiva la fine del lavoro a tempo indeterminato anche in una grande impresa come la Fiat. Si veda a questo proposito: http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/Fiat-atipico-ecco-il-nuovo-modello-7732

Consideriamo ora come hanno votato i lavoratori di Mirafiori e quali sono state le motivazioni che hanno determinato il voto.

L’esito del referendum per reparto:

esito referendum per reparto

 

Dal sondaggio condotto da Termometro Politico ( www.termometropolitico.it ) su un campione di 550 lavoratori:

  • Tra gli iscritti alla Fiom e ai sindacati autonomi, il 76% ha votato no, 24% sì.
  • Tra gli iscritti ai sindacati firmatari (Fim, Uilm, Fismic, Ugl) 68% ha votato sì, 32% ha no.
  • Tra i lavoratori non iscritti al sindacato: 57% ha votato no, 43% sì.

Dunque la posizione del sindacato di appartenenza ha influito sul voto. La fedeltà alla linea del sindacato di appartenenza è nettamente maggiore tra gli iscritti ai sindacati non firmatari.

Ciò è confermato dai dati relativi alla fiducia nel sindacato.

Su scala 1-10, il 38% ha dato un giudizio superiore al 6 in particolare:

  • 69% degli iscritti Fiom
  • 28% degli iscritti agli altri sindacati
  • 23% dei non iscritti a nessuna sigla

Tra i lavoratori non iscritti al sindacato (circa metà dei votanti) ha prevalso nettamente il no.

Consideriamo ora le motivazioni del sì e del no.

Motivazioni del sì:

  • 59% necessità di salvare il posto di lavoro
  • 23% l’accordo presenta limiti ma è accettabile
  • 18% esprime un giudizio esplicitamente positivoMotivazioni del no:
  • 82% si è trattato di un ricatto dell’azienda
  • 9% riduzione delle pause e l’aumento di turni e straordinari
  • 6% restrizioni su sciopero e rappresentanza sindacale
  • 3% i nuovi limiti alle assenze

Dal sondaggio di Termometro Politico appare evidente che l’aspetto ricattatorio, l’assenza di contrattazione ha influenzato ampiamente la scelta dei no più dei punti specifici dell’accordo.

Il no è dunque interpretabile in larga misura come uno scatto di orgoglio da parte dei lavoratori, che hanno percepito l’accordo Fiat come un vero e proprio ricatto e una negazione del diritto dei lavoratori alla negoziazione. Il no sembra implicare il rifiuto dell’idea secondo cui i diritti possono essere scambiati col posto di lavoro più che l’opposizione a singoli aspetti del diktat di Marchionne.

Il sì invece non è un sì convinto della bontà dell’accordo, almeno per il 59% dei votanti, ma un voto dettato dalla necessità di mantenere il posto del lavoro. Uno dei fattori che maggiormente ha influito sul sì è l’avere figli o coniuge a carico. Tale condizione ha aumentato del 10% la probabilità di votare sì.

Nella domanda in cui si chiede di assegnare alla fiducia in Marchionne un punteggio da 1 a 10, hanno dato un punteggio pari o superiore a 6 poco più di un terzo dei lavoratori che hanno votato sì. e meno del 10% fra i lavoratori che hanno votato no.